Quinta da Palmirinha (Vinho Verde, Portogallo)

Fernando Paiva è il Fernando Santos del vino. Professore di Storia, vanta poca storia, coltiva un’attitudine discreta e moderata nell’euforia nascente del vino naturale. Promuove pratiche agrobiologiche com un approccio rigoroso e pragmatico e coltiva la vigna fin dalla sua pensione in biodinamica, senza gridarlo. Nella zona di Amarante le vinhe di Loureiro, Pederna (Arinto), Azal e Vinhao sono fertilizzate dalle galline libere. I vini sono diretti e decisi, floreali e freschi, con una bella espressione dei suoli nei quali si avverte una bella vita sotterranea. Le vinificazioni sono fatte senza solfiti e sostituiti con il fiore del castagno che occupa il ruolo di antiossidante.

Domaine Pierre Gonon (Rhône, Francia)

Mauves
Azienda familiare con 8 ettari di vigne situate nei migliori pendii di Mauves, Tournon e Saint-jean de Muzols, condotta da due fratelli, Pierre e Jean, veri agricoltori che vivono nella vigna e della vigna, in un paesaggio difficile che esige l’uso del cavallo, del “verricello” e un fisico secco e muscoloso. Due Ettari di vigna sono piantati com Roussanne (20%) e Marsanne (80%), entrambe partecipando al lotto finale per le loro caratteristiche: rotonda e profumata la Roussanne, strutturata e persistente la Marsanne. Vino fermentato con lieviti indigeni, affinato in legno per un anno, senza essere filtrato. I restanti 6 ettari, il grosso della produzione, sono vigne di Syrah, com rese basse, tra i 30 e 35 ettolitri per ettaro, con una densità di piante tra i 6000 e 9000 per ettaro. Lavoro naturale nella vigna, lavorata con verricello o a cavallo (il famoso Samson), eventualmente arricchita com fertilizzati organici. Conformamente all”anno, il vino è parzialmente diraspato, e affina tra i 14 e i 16 mesi in botti di legno di varie dimensioni. Il nostro primo incontro con Pierre e Jean nel 2005 ci ha lasciato un buon ricordo, per la semplicità e generosità dei due fratelli. Da allora fanno parte dei passaggi obbligatori nella regione. Come gli incontri a casa Gonon, così i loro vini evolvono deliziosamente.

Domaine Bellivière (Loire, Francia)

Azienda com 18 ettari di vigna nel DOP Coteaux du Loir e Jasnières a Lhomme, a nord di Tours e
nel limite settentrionale per la coltivazione dello Chenin. Eric Nicolas in precedenza
lavorava nell’industria petrolifera nel sud est della Francia, ma aveva la testa già allora nelle vigne e
nel piacere del vino a tavola , e si appassionò per la tranquillità del posto, ed associa
questa professione com “la dolcezza di vivere” che permette di guadagnare distanza e lucidità. Dopo
10 anni, quando era il lavoro di insegnate dell moglie Christine a sostenere la casa, riuscirono
finalmente a vivere entrambi grazie al vino. Le vigne sono coltivate naturalmente e manualmente.
Le vigne tra 50 e 80 anni sono piantate in un suolo di argillacon silex, la coltivazione è biodinamica dal

  1. Nelle sue mani lo Chenin dimenticato di Loir si è trasformato in oro nero, il che mantiene una certa continuità com la sua vita precedente. Nel caso del Pineau d’Aunis lil Doamine Bellivère è stata uno dei pionieri per evidenziare il potenziale del vitigno come veicolo di vino di terroir. I suoi vini si presentano delicati, quasi discreti, come coloro che li producono.

Benoît Lahaye (Champagne, Francia)

Situato a Bouzy, villaggio classificato Grand Cru nella Montagna di Reims, questa azienda vinicola dispone di 4,5 ettari, essenzialmente piantadi nel villaggio di Bouzy (3 ettari), Ambonnay e Tauxières, 85% di Pinot Noir, con vigne piantade negli anni 1990, e 12 ettari nella Cote de Blancs (Chardonnay) a Voipreux, com vigne piantate già dagli anni 1960. Benoit há lavorato inizialmente com il padre che dava le uve alla Cantina Cooperativa locale, prima di decidere di imbottigliare direttamente, per poter esprimere all’interno della bottiglia il lavoro esigente che faceva in vigna, ossia cercava di ottenere uve com un carattere locacale bem definito. Ha adottato l’agricoltura biodinamica nel 2010, dopo aver osservato i risultatin positivi nel lavoro di colleghi dell’Alsazia e della Borgogna. Spiega questo suo percorso nella viticoltura com la semplicità della terra dicendo che da allora la relazione com la vigna è cambiata e confessando un piacere speciale, sconosciuto fino ad allora, di stare in vigna e lavorare la terra, insieme alla sua cavalla Tamise, animale magico e mite. I suoi Champagne sono complessi e fruttati, e, al contrario della tendenza naturale del terroir potente di Bouzy, cerca di evidenziare la freschezza e la finezza, e a contenere il lato potente che il Pinot Noir guadagna normalmente nella zona. Gli Champagne sono vinificati in barrique usate e la malolattica è cercata per non indurire i vini e per poter limitare la quantità di solfiti.

Domaine Chardigny (Bourgogne, Francia)

Azienda agricola familiare com 20 ettari che è radicata da 200 anni nel villaggio di Leynes, sulla frontiera tra Borgogna e Beaujolais. Dal 2014 i tre fratelli Pierre-Maxime, Victor (i primi 2 a tempo pieno) e Jean-Baptiste che li aiuta dopo il suo lavoro al Domaine Leflaive, producono in agricoltura biologica vini di Saint-Veran e Borgogna bianco utilizzando chardonnay, Saint-amour, Beaujolais villages e Borgogna rosso con i vitigni Gamay e Pinot Noir. Si trovano in una zona di tranzizione tra suoli argillo-calcarei del Maconnais e e i suoli granitici acidi provenienti dal Massiccio Centrale, e Saint-Amour, al contrario degli altri cru del Beaujolais ha più varietà di suoli per l’incrocio di differenti strati di origine scistosa, argillosa, mischiati con il granito. I vigneti di Saint-Veran sono situati nelle zone fresche della denominazione, donando ai vini una vivacità particolare. Una azienda agricola che con l’impulso della nuova generazione sta proponedo vini promettenti.

Domaine Ostertag (Alsace, Francia)

Epfig
Azienda familiare com Arthur a rappresentare la terza generazione di produttore indipendente, coltivando 80 vigne in agricoltura biodinamica sin dal 1997, situate in 5 località differenti: Epfig (65%), Nothalten (27%), Itterswiller (3%), Ribeauvillé (4%) et Albé (1%). I vini prodotti sono classificati in 3 categorie:
1 – vini di frutta con il nome “I Giardini”, vinificati in generale in Inox, ad eccezione dei Pinot, vinificati e affinati i bariique usate
2 – Vini di pietra, dove si cerca di evidenziare l’importanza del suolo e la mineralità che conferisce3 ai vini .
3 – Vini del tempo, dove si cerca una una grande maturazione delle uve, tipica della regione per produrre vini senza tempo.
Con la nuova conduzione di Arthur nel 2018, una energia giovanile da un impulso nuovo al lavoro iniziato dai nonni e da André, e un punto di vista differente porta innovazioni nella vigna (con il ritorno all’uso del cavallo, una riflessione sulla fertilizzazione del suolo) come in cantina, con prove sulla macerazione del Gewurztraminer e un approccio differente del Pinot Noir. Un buon passaggio di mano tra le generazioni permette di intravedere nuovi ricchi capitoli per questa azienda vinicola consacrata ed in movimento.

Catherine Riss (Alsace, Francia)





Alsazia, Reichsfeld
Oriunda di una famiglia di cuochi, Catherine Riss non era predestinata a diventare una produttrice di vini, anche se gastronomia e vino siano in aree complementari e convergenti. Laureata in viticultura e enologia e dopo uno stage in Borgogna e nel Sud della Francia, Catherine ha deciso di installarsi inizialmente, con circa 1,2 ettari, vicino a Lucas Rieffel, dove ha cominciato a vinificare i propri vini , aiutando contemporaneamente Lucas. Con l’aiuto di Rieffel e di Antoine Kreydenweiss, aumenta un poco la produzione e trova una cantina nel 2015 a Bernardvillé. Oggi coltiva 4,23 ettari (Riesling, Pinot Noir, Sylvaner, Pinot Blanc, Auxxerrois, Gewurztraminer) ai piedi del monte Ungersberg, in una valle più fresca di Mittelbergheim o di Barr, con due tipi differenti di terreno: gres molto sabbioso e friabile nella zona del Reichsfeld, e roccia scistosa azzurra nel Cru Schieferberg. Le vigne lavorate in agricoltura biologica (certificata dal 2015), com rese medio/basse per i canoni della regione (35 ettolitri per ettaro). Nella vinificazione Catherine cerca mineralità e un equilibrio secco, com affinamenti in barriques usate e com un uso moderato dei solfiti.

Malgiacca (Toscana)

Dalla provincia di Lucca arrivano i corsari di Malgiacca: hanno iniziato un lavoro di recupero di vecchie vigne – alcune quasi abbandonate -, nello spirito di conservare varietà e biodiversità; Malgiacca fa parte di una rete di contadini che condivide il metodo agricolo biodinamico, e che lavora utilizzando preparati utili a stimolare dinamicamente la fertilità della terra ed evita l’uso di pesticidi, diserbanti e molecole chimiche in genere.

Su circa 6 ettari di vigneti coltivano Sangiovese e Syrah, presenti in questa zona da tempo immemore (insieme a Ciliegiolo e  Canaiolo),  e una pluralità di uve bianche tutte su piccole parcelle ben definite: Trebbiano, Malvasia, Vermentino, Grechetto, Viognier e Moscato e altre varietà ancora. I vigneti si affacciano a ovest verso il mare, trovandosi sulle pendici dell’Appennino che scende verso la piana di Lucca e beneficiano di un’intensa luce solare, della brezza diurna del Mediterraneo e dell’aria fresca della notte dell’Appennino. Il terreno è una miscela di origine alluvionale di arenaria e marna. Malgiacca rosso e Malgiacca Bianco!

Pian dell’Orino (Toscana)

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Ci troviamo a Montalcino dove Caroline e Jan si incontrarono romanticamente in vigna ed iniziarono a condividere un progetto immersi nella natura dove il primo loro desiderio è “ascoltare” ciò che essa esprime loro. Il loro legame con l’ambiente circostante è fondamentale fino a sentirsi parte attiva e partecipante. Il loro approccio con l’agricoltura è molteplice, hanno dall’uva agli alberi da frutta, dalle rose, fino a 200 varietà, a naturalmente le api, così fondamentali per la vita delle piante e non solo (Ma che vita sarebbe senza un buon miele?!). Per quanto riguarda la viticoltura cercano di creare il più possibile un microclima di biodiversità, da semine specifiche di fino a 20 varietà di piante differenti, a colture biodinamiche ad altri approcci naturali, in effetti non amano etichettarsi in nessuna filosofia di viticoltura, piuttosto cercano di avere una più ampia comprensione del tutto. Sono in continua sperimentazione sul loro terroir, ad esempio Jan ha recentemente creato una piccola vigna sul suolo più difficile che avevano, piantando 16 varietà di cloni di Sangiovese su diversi portainnesti per creare marze da innesto per una vera selezione massale locale, specifica del loro terroir.

A questo punto in cantina l’obiettivo è quello di mantenere ai massimi livelli la qualità e l’equilibrio del prodotto che arriva, vinificazioni estremamente semplici, nessun lievito selezionato, nessun collaggio, nessuna filtrazione, per loro solo tempo nelle grandi botti da 40hl, dove il Brunello prenderà forma e ritroverà quell’espressione propria del terroir della località piandellorino di Montalcino.

Praesidium (Abruzzo)

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Siamo nel paese di Prezza, piccolo comune dalla lunga storia, il nome prende origine dal verbo latino “praesse” che significa presiedere, infatti Prezza data la sua posizione rialzata possedeva una vista di controllo e protezione nella Valle Peligna. Non a caso dunque il nome per l’azienda fondata da Enzo Pasquale nel 1988. Praesidium è un progetto che nacque con la chiara idea di proteggere una tradizione vitivinicola, quella del Montepulciano d’Abruzzo il quale nacque proprio nella valle Peligna stessa. L’azienda coltiva Montepulciano d’Abruzzo per produrre Cerasuolo d’Abruzzo Superiore ed il Montepulciano d’Abruzzo Riserva. Protettori del loro territorio non amano troppo l’essere etichettati ma hanno sempre avuto, fin dalle origini, l’idea di produrre vini sani da uve sane provenienti da terreni sani. Il tempo è passato e le tradizioni sono state presiedute.
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